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03 marzo 2015

America Latina: povertà e indigenza stabili nel 2014

Nel 2014 in America Latina i poveri sono stimati nell’ordine dei 167 milioni, 71 dei quali vivono in condizioni di povertà estrema o indigenza. Questo è il dato ufficiale comunicato dalla CEPAL, la Comisión Economica para América Latina y el Caribe, organo delle Nazioni Unite, nel documento Panorama Social de América Latina 2014 pubblicato lo scorso 26 gennaio.

© CEPAL, América Latina: evolución de la pobreza y de la indigencia, 1980-2014


Nello studio si legge che negli ultimi due anni la situazione non è migliorata, ma nemmeno peggiorata ed il dato della povertà nel subcontinente si assesta ancora al 28% della popolazione. La decelerazione della crescita economica latinoamericana ha fatto da freno ad una riduzione che durava ormai da molti anni e viaggiava a tassi elevati: solo venticinque anni fa i poveri erano 204 milioni, corrispondenti a quasi la metà della popolazione (48,4%).

Questa frenata, unita all’aumento della popolazione, si traduce in un incremento in valori assoluti sia dei poveri che degli indigenti di due milioni ciascuno: i primi sono passati da 165 a 167 rispetto all’anno precedente, i secondi da 69 a 71 raggiungendo il 12% della popolazione totale.

Il documento, che riassume un arco temporale di circa dieci anni, fornisce inoltre i dati riguardanti i singoli Paesi. Rispetto al periodo a cavallo del 2005, i trend migliori sono stati fatti segnare dall’Argentina, che ha diminuito la povertà di oltre 20 punti percentuali, passando da dal 24,8 al 4,3%; dato confermato anche per l’indigenza. Numeri elevatissimi anche per l’Uruguay che, sebbene facesse già registrare uno dei dati originari più bassi, ha saputo diminuire il numero dei poveri del 13% (da 18,8 a 5,7%). Anche Perù (-28,6%, da 52,5 a 23,9%), Brasile (-18,4%, da 36,4 a 18%) e Bolivia (-27,6%, da 63,9 a 36,3%) nell’ultimo decennio hanno viaggiato a ritmi decisamente alti.

Fra i 12 Paesi i cui dati sono disponibili per il 2013 (per Argentina, Bolivia e Messico non si conoscono) occorre segnalare la performance del Cile, che in un solo anno ha ridotto la povertà di 3 punti percentuali, e del Paraguay che fa segnare un ingente -8,9% , anche se rimane uno dei paesi col tasso più elevato. In Colombia la popolazione povera registrata nel 2013 si attesta al 30,7%, con una riduzione del 2,2%.

Un discorso a parte lo meritano sicuramente Messico e Venezuela. Il paese centroamericano è l’unico che a livello regionale fa segnare un trend diametralmente opposto: dal 2006 al 2012 infatti è stato registrato l’aumento sia dei poveri (+5,4%) che degli indigenti (+5,5%), passati rispettivamente al 37,1% e al 14,2% che, se si considerando i 118 milioni di abitanti (stime del governo messicano), equivale a dire circa 44 milioni di poveri e 17 milioni di indigenti, in aumento di oltre 6 milioni in soli nove anni.

Il caso del Venezuela invece è estremamente peculiare. Nonostante gli organismi che hanno attuato le rilevazioni nel 2005 e nel biennio 2012-2013 siano diversi, quindi i dati difficilmente comparabili, si nota una diminuzione di entrambi i valori, ma il trend nel corso del 2013 è in netta controtendenza. La percentuale di poveri registrata per quest’anno dall’Istituto Nazionale di Statistica venezuelano è infatti del 32,1%, in aumento di 6,7 punti percentuali rispetto al precedente; stesso discorso per il numero degli indigenti, che si attesta al 9,8% (+2,7%).

Al di là dei dati che fanno segnare i singoli Paesi, che dovrebbero essere analizzati in modo specifico data l’estrema eterogeneità delle singole realtà nel contesto latinoamericano, è il trend di stabilizzazione generale che occorre tenere maggiormente in considerazione.

Seppur ancora non preoccupante esso merita di sicuro una profonda riflessione, come conferma il Segretario Esecutivo della CEPAL: «la ripresa dalla crisi finanziaria internazionale non sembra aver generato sufficienti vantaggi per rinforzare le politiche di protezione sociale» ha dichiarato a margine della presentazione Alicia Bárcena, aggiungendo che «oggi, nello scenario di una possibile riduzione delle risorse finanziarie disponibili, sono necessari più sforzi per fortificare queste politiche, stabilendo solide fondamenta allo scopo di adempiere agli impegni dell’agenda di sviluppo post-2015».

Tanto è stato fatto in quest’ultimo decennio e, dati alla mano, tanti sono anche i meriti di chi ha posto in cima alle agende politiche le problematiche relative ai poveri. La sfida più difficile però comincia adesso ed è confermare queste politiche, prevedendo un processo inclusivo che permetta a queste persone non solamente di uscire dalla povertà, ma di non ritornarci. L’obiettivo rimane sempre quello: eradicare le cause che generano indigenza e per questo l’asticella finisce inevitabilmente per alzarsi.


CEPAL //  Panorama Social de América Latina 2014

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